Ortodonzia
L’ortodonzia è un ramo specialistico dell’odontoiatria che si occupa di prevenzione, diagnosi e trattamento delle maleocclusioni, delle anomalie di crescita dello scheletro cranio-facciale e delle disfunzioni della sfera neuromuscolare che possono determinare:
- difficoltà di masticazione,
- deformazione dell’estetica facciale,
- disfunzione dell’ATM,
- predisposizione alla malattia parodontale e alla carie,
- difficoltà nel modo di parlare.
Morso Aperto: quando alcuni denti non riescono ad occludere e rimangono spazi tra i denti
Morso Profondo: quando i molari chiudono tra loro, ma i denti anteriori superiori coprono troppo quelli inferiori.
Morso Incrociato: qualche dente superiore chiude internamente a quelli inferiori.
Seconda Classe: l’arcata superiore è troppo in avanti o quella inferiore troppo indietro (mandibola retrusa).
Terza Classe: l’arcata inferiore è troppo in avanti (mandibola protrusa)o quella superiore troppo indietro.
Affollamento dentario: I denti sono sovrapposti in genere perché l’osso di supporto è piccolo o i denti sono troppo larghi. In questi casi è frequente che alcuni denti non trovino lo spazio necessario per erompere in arcata (denti inclusi)
Diastemi interdentali (spazio tra i singoli denti)
Denti soprannumerari (denti in più rispetto al numero normale)
Agenesie (mancanza di alcuni elementi dentali)
Prognatismo: mandibola troppo piccola associato o meno a mascellare troppo grande
Progenismo: mandibola troppo grande associato o meno a mascellare superiore troppo piccolo. Ognuno di noi desidera per se stesso e per i propri figli un bel sorriso. Con la bocca comunichiamo i nostri stati d’animo e sentimenti.
La piacevolezza del viso è importante per avere fiducia in se stessi. In questo senso il correggere una malocclusione o anomalia può migliorare l’atteggiamento di un individuo nei confronti della vita e favorire le relazioni sociali. Per noi è importante unire l’estetica alla funzione attraverso una terapia volta a risolvere le cause primarie che hanno determinato lo squilibrio.
Attraverso apparecchiature apposite la funzionalità muscolare può essere migliorata e i denti vengono posti in una posizione tale da migliorare il sorriso, la masticazione, la respirazione, il modo di parlare e in generale la salute orale.
La correzione dello scheletro cranio-facciale è più difficile. Tuttavia è possibile indirizzare e guidare terapeuticamente la crescita scheletrica in età pediatrica (TERAPIA INTERCETTIVA) mentre in età più tarda, quando la crescita è completa, si può agire sui denti in modo da rendere meno evidenti le disarmonie scheletriche. I pazienti affetti da problemi ortodontici possono trarre beneficio dal trattamento praticamente a qualsiasi età, l’ortodonzia non è destinata soltanto ai bambini: un numero sempre crescente di persone adulte (ORTODONZIA DELL’ADULTO) ricorre al trattamento ortodontico per migliorare la masticazione e l’aspetto estetico. Essendo le ossa già completamente formate, i movimenti dei denti possono impiegare tempi più lunghi che negli adolescenti.
L’ortodonzia inoltre ha lo scopo di “preparare il terreno” alle ricostruzioni protesiche (ORTODONZIA PREPROTESICA) modificando le inclinazioni, le rotazioni o le estrusioni di elementi dentari che non hanno più il loro antagonista. Con l’ortodonzia si possono anche ricreare gli spazi persi a causa d’estrazioni molto precoci. Nei casi più gravi di disfunzione alla terapia ortodontica si abbina la terapia chirurgica. Come per tutta la medicina preventiva anche in ortodonzia è più importante prevenire piuttosto che curare.
Ecco perché cerchiamo di motivare ed educare i genitori a tutte le problematiche connesse alla sfera orale. Consigliamo di effettuare una visita di controllo dai 3 ai 6 anni, quando tutti i denti da latte sono ancora presenti in bocca.
Questo con lo scopo di “intercettare” eventuali disarmonie dentali e/o scheletriche che, se non corrette in fase di crescita, difficilmente possono essere risolte più tardi. Durante le visite periodiche prestiamo la massima attenzione alla dentatura decidua ed allo sviluppo dei mascellari, per intercettare e intervenire su alcuni fattori eziologici (succhiamento del pollice o succhiotto, respirazione orale e deglutizione atipica). Queste alterazioni funzionali cambiano l’equilibrio neuro muscolare; il danno che possono provocare dipende da intensità, direzione e durata. Esse sono responsabili dell’insorgere della malocclusione o dell’aggravamento della stessa, mentre la loro eliminazione precoce può ripristinare le normali condizioni occlusali.
L’uso del succhiotto non dovrebbe prolungarsi oltre il secondo anno di vita; se ciò dovesse accadere, è necessario sostituire i succhiotti a forma di ciliegia, con quelli fisiologici a goccia o anatomici che si adattano meglio alla forma del palato.
La deglutizione avviene normalmente con le arcate dentarie in occlusione, labbra a contatto, muscolatura periorale a riposo e lingua che prende contatto con la volta del palato. Nel neonato, la mancanza dei denti viene compensata dalla lingua che si interpone tra le gengive edentule. Con il completamento della prima dentizione, questo tipo di deglutizione, chiamata infantile, si modifica. Spesso causa di una deglutizione anomala è l’allattamento artificiale, specialmente se il foro della tettarella è stato allargato ed il latte defluisce spontaneamente senza contrazione muscolare. Se l’interposizione linguale perdura è frequente il riscontro di morso aperto che, se trascurato, degenera in gravi situazioni estetiche e funzionali. La respirazione orale può essere dovuta ad una abitudine viziata o al fatto che le prime vie aeree superiori sono ostruite. L’aria respirata attraverso la bocca non viene riscaldata e depurata con conseguente ipertrofia delle tonsille ed adenoidi. A livello nasale il mancato svuotamento del secreto mucoso con conseguente stasi e congestione favorisce la formazione di riniti ipertrofiche, sinusiti ed otiti. Il respiratore orale per la forzata posizione bassa della lingua va incontro ad un restringimento del palato e conseguentemente alla retrusione mandibolare. La costante posizione a bocca semiaperta causa la protrusione degli incisivi superiori.
La terapia ortodontica precoce è quella che mettiamo in atto sui bambini che hanno meno di 9–10 anni quando sono ancora presenti denti da latte.
Questa è effettuata mediante apparecchiature mobili (RI, bite) o fisse (espansore rapido, archi palatali, brackets) e mediante esercizi di logopedia per la rieducazione linguale e respiratoria. Ha una durata che oscilla tra i 12 e i 18 mesi.
Non si rivolge alla correzione delle discrepanze dentali, all’estetica dell’allineamento corretto dei denti, ma sopratutto lavora sull’osso, precisamente sulla posizione reciproca di mascella e mandibola, determinando rapporti trasversali e/o longitudinali corretti. Se queste ossa sono mal posizionate e non rispettano i canoni della corretta crescita cranica, si avrà la predisposizione alla malocclusione dentale che inizierà dopo la normale permuta dei denti, cioè 11-13 anni. I denti tenderanno a nascere e posizionarsi storti. Queste manovre sono messe in pratica per determinare nel futuro (11-13 anni) la migliore posizione possibile delle ossa craniche fra loro, e quindi il più opportuno allineamento dei denti. Talvolta la terapia ortodontica precoce riesce a migliorare ma non a risolvere la situazione; sarà necessario quindi prevedere e programmare una terapia più tardiva, dopo il completamento della permuta (generalmente dopo i 12 anni) che porti ad una correzione definitiva in dentatura permanente che si prefigge di migliorare l’estetica e di ottenere una buona funzionalità.
STUDIO DEI CASI E PROGETTAZIONE
Prima di intraprendere la terapia ortodontica e per decidere il trattamento più idoneo eseguiamo un accurato STUDIO DEL CASO. Esaminiamo i denti, le ossa (la mandibola, la mascella) le articolazioni, la forma ed il profilo del viso, e il modo di deglutire e di respirare con l’aiuto di radiografie, modelli e foto.
RX Panoramica: serve per verificare la presenza e la posizione dei denti, eventuali carie e granulomi, i seni mascellari, la forma dei condili e la posizione dei denti del giudizio.
Teleradiografia: serve per ricavare il tracciato cefalometrico da cui emergono i dati che ci permettono di valutare la crescita e lo sviluppo del paziente. Modelli dei denti, ci permettono di verificare come le due arcate chiudono tra loro, le relazioni che hanno i denti tra loro e lo spazio disponibile in arcata. Fotografie (intraorali ed extraorali) sono un altro elemento molto importante perché ci consentono di studiare la forma del viso e il profilo oltre che la posizione del corpo nello spazio e ci danno la “registrazione” del viso e dei denti prima del trattamento. Utilizzando i dati ottenuti dai vari esami, siamo in grado di eseguire una serie di analisi ortodontiche da cui emergeranno: diagnosi, obiettivi e terapia. In una successiva seduta, svolgiamo un colloquio con il paziente e i suoi familiari, esponiamo in cosa consiste l’anomalia da trattare, come intendiamo procedere, in quanto tempo, con quale frequenza di controlli e il costo della terapia. Il paziente e i suoi familiari avranno modo di avere ogni chiarimento inerente la cura. La seduta termina quando ogni punto della programmazione è stato illustrato a sufficienza e ben compreso.
Dopo la firma del “consenso informato” ha inizio la fase di trattamento che utilizza apparecchi fissi e/o rimovibili coadiuvati da sedute di logopedia, ed è caratterizzata da controlli periodici mensili salvo specifiche esigenze da parte nostra o del paziente.
Durante il periodo del trattamento vengono documentati i progressi con delle nuove fotografie che vengono poi archiviate nella cartella personale del paziente.
GLI APPARECCHI ORTODONTICI
Utilizziamo diversi tipi di apparecchi: Apparecchi ortodontici mobili da portare la maggior parte delle ore del giorno e della notte (togliere solo per i pasti).
Si possono inserire e togliere da soli. Sono di solito adoperati nella prima fase del trattamento nei bambini, per espandere l’arcata inferiore (RI) e per correggere abitudini viziate (deglutizione atipica e respirazione orale) o guidare la mandibola in posizione corretta sia nei bambini che negli adulti (bite).
Apparecchi ortodontici fissi non rimovibili che possono essere tolti o inseriti solo in studio (REP), incollati ai denti per mezzo di bande (anellini in metallo che avvolgono i denti) e solidarizzati da una vite centrale.
Questo viene attivato per 7 giorni e allarga il palato troppo stretto. Apparecchi ortodontici fissi non rimovibili che possono essere tolti o inseriti solo in studio; incollati ai denti per mezzo di placchette (i brackets, costruiti in metallo, fibra di vetro, composito o ceramica ) e collegate tra loro da fili metallici che possono essere sostituiti o stretti ad ogni visita di controllo ed esercitano una leggera pressione sui brackets per spostare gradatamente i denti o le mascelle nella posizione desiderata. I denti e le mascelle saranno dolenti dopo ogni visita, soprattutto nella fase iniziale del trattamento, ma il fastidio è di breve durata.
Apparecchi ortodontici misti, fissi e mobili, che sfruttano diverse componenti di forze. Contenzione Apparecchio mobile simile ad una “mascherina” trasparente che è necessario per il mantenimento del risultato raggiunto una volta che è terminata la fase attiva del trattamento. Esistono diverse tecniche e numerose scuole ortodontiche, che con metodi, tempi e modi diversi, tendono tutte allo stesso scopo: il ripristino di una corretta funzione masticatoria in abbinamento a una buona estetica.
DURATA DELLA TERAPIA
La durata del trattamento dipende dal tipo e dalla gravità del problema, dall’età, dalla risposta individuale al trattamento e dalla diligenza nel presentarsi agli appuntamenti di controllo e seguire le indicazioni del medico. La maggior parte dei pazienti può far conto di portare l’apparecchio per 18-36 mesi e il successivo dispositivo di contenzione per molti anni. Si può anche optare per un dispositivo di contenzione fisso.
ALIMENTAZIONE E IGIENE
Ridurre i cibi a base di zuccheri e amidi: questi alimenti favoriscono la produzione di acidi e di placca batterica che può causare la carie e favorire la malattia parodontale. Evitare cibi duri e croccanti e appiccicosi che si attaccano ai denti e all’apparecchio. Pulizia dell’apparecchio fisso: Quando si porta l’apparecchio l’igiene orale è più importante che mai. L’apparecchio ha piccoli recessi in cui possono annidarsi particelle di cibo. Lavare bene i denti dopo ogni pasto e rimuovere la placca che si annida più facilmente intorno agli attacchi. Spazzolare anche il bordo gengivale e la superficie masticatoria. Dopo aver spazzolato i denti controllare allo specchio per verificare che siano puliti. Una pulizia carente può causare macchie attorno ai brackets. E’ possibile passare il normale filo interdentale, aiutandosi con aghi passafilo che ne facilitano l’inserimento tra denti e apparecchio, oppure con fili per ponti dotati di una estremità più rigida che ne facilita lo scorrimento. Passare il filo tra dente e dente e delicatamente attorno agli attacchi, cambiando il filo quando è sporco.
Altri prodotti che aiutano nell’igiene orale:
- Scovolini: adatti alla pulizia interdentale, soprattutto dove ci siano degli spazi più larghi. Di varie dimensioni e forme, da scegliere in base allo spazio da pulire.
- Idropulsori: strumenti che creano un getto d’acqua concentrato per aiutare a rimuovere le particelle di cibo dai denti. Utili per raggiungere aree altrimenti difficili da pulire. Non sostituiscono l’uso dello spazzolino e il filo interdentale.
Pulizia dell’Apparecchio Mobile: Spazzolare accuratamente l’apparecchio con spazzolino e dentifricio. Usare solo acqua fredda, in quanto, l’acqua calda potrebbe deformare la resina. Possono essere d’aiuto, nella pulizia dell’apparecchio mobile, delle apposite compresse effervescenti da sciogliersi in acqua.
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